ANNA ACHMATÒVA NEL 1° APPUNTAMENTO DEL NUOVO CICLO  “VISIONARI E/O PROFETI”
Data: 09/11/2024

ANNA ACHMATÒVA NEL 1° APPUNTAMENTO DEL NUOVO CICLO “VISIONARI E/O PROFETI”

Sabato 9 novembre Terranuova Bracciolini (Arezzo)

Dopo la pausa, ripartono gli appuntamenti con il ciclo di incontri “Visionari e/o Profeti” organizzati dall’Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi. Sabato 9 novembre, alle 17:00 nella Sala Consiliare del Comune di Terranuova Bracciolini, Carmelo Mezzasalma (docente di Letteratura italiana e presidente onorario dell’Accademia Marsilio Ficino di Figline Valdarno) ci parlerà della poetessa Anna Achmatòva.

Carmelo Mezzasalma così scrive di lei:
“Anna Achmatòva, insieme a Marina Cvetaeva, è stata senza dubbio la più grande poetessa russa del Novecento. Nata ad Odessa nel 1889, la sua vita, come già tutta la sua poesia che ha varcato ben presto i confini della Russia, si è intrecciata con la storia e le drammatiche vicende del suo paese. Dal tramonto dell’Impero, la rivoluzione d’ottobre (1917), e fino alla dittatura di Stalin, quindi anche le tragedie di quella storia.

Basterebbe pensare al fatto che il suo primo marito, il poeta Nikolai Gumilev, nonostante la celebrità di cui godeva, venne fucilato nel 1921 con l’accusa di attività “controrivoluzionaria”, mentre il loro unico figlio, Lev, fu condannato a morte nel 1938. Infine, lei stessa, Anna Achmatòva, fu ostacolata continuamente dal regime sovietico, - che accusava i suoi versi di pessimismo nevrotico e di erotismo malato -, fino ad essere espulsa dall’Unione degli Scrittori, conoscendo così anni e anni di solitudine e di sofferta emarginazione.

In realtà, l’Achmatòva si ricollegava a ciò che c’era di più alto, e ancora fertile, nella grande tradizione della letteratura russa fra Ottocento e Novecento, da Puskin a Blok. E lo faceva rifiutando, come è stato detto anche dai critici europei, non solo ogni compiacimento estetizzante fine a sé stesso, ma anche tenendosi sempre lontana da ogni tentativo di evasione dalla realtà.

Di fatto, la sua poesia voleva essere, innanzitutto, poesia della realtà, e “la stessa misura del suo tono lirico, la precisione del dettaglio, la sobrietà insomma del linguaggio conferiscono tanta più intensità, intima tensione drammatica ai suoi versi” (B.

Carnevali). In questo senso la sua modernità, a distanza di quegli eventi che l’hanno coinvolta, ci appare fuori discussione ancora oggi, poiché carica di valori esistenziali e profondamente umani che vanno molto al di là del Novecento e che investono anche il nostro presente. A cominciare dalla Russia contemporanea, nuovamente nelle mani di un dittatore come Putin, e che sembra essere tornata indietro di cento anni, aggredendo l’Ucraina in una guerra devastante.

Rileggere oggi Anna Achmatòva (1889-1966), alla luce di questi eventi di guerra e di tragedie contemporanee, significa soprattutto chiedersi, con Paolo Nori, il più grande e appassionato studioso italiano di letteratura russa: “E noi. Che cosa stiamo diventando? E io, cosa sono diventato?”, dinanzi a queste tragiche pagine di guerra che sono ancora tra noi. Come il critico scrive in un bellissimo libro dedicato proprio ad Anna Achmatòva e pubblicato di recente, Vi avverto che vivo per l’ultima volta.

Noi ed Anna Achmatòva (Mondadori, 2023). Dopo tutto, avvicinarsi alla poesia dell’Achmatova è mettere a fuoco, non solo come noi siamo diventati, ma anche come la Russia è diventata in questi ultimi anni, mentre ci troviamo di fronte “ad una urgenza crudele, a una figura che ci guarda, ci riguarda, e ci tocca più forte dove siamo ancora umane creature” (P. Nori). Lottatori e lottatrici, sebbene silenziosi e impotenti, contro la violenza e la barbarie della guerra.
È questa la “profezia” di Anna Achmatòva.”

Sabato 9 novembre 2024, 17:00
Sala Consiliare del Comune di Terranuova Bracciolini


Accademia Valdarnese del Poggio aps via Poggio Bracciolini 36/40 - 52025 Montevarchi (AR)
055-981227 | paleo@accademiadelpoggio.it


Fonte: Accademia del Poggio -
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